Religione ed arte

Museo
Malacologico
Piceno

 

Le conchiglie in varie epoche e in differenti parti del mondo hanno avuto un utilizzo rituale ed un significato religioso e simbolico.
Non a caso la Venere nasce da un pecten, Visnù regge in una delle sue quattro mani un Xancus pyrum, San Jacopo di Compostella eleva a "santa " una "cappa": il Pecten jacobeus.
Tutta la comunità indù, fedele a Visnù, considera sacra la pesante conchiglia bianca, vero e proprio elemento di richiamo specie quando la sua spira si svolge in senso antiorario.
Non sono poche le chiese cristiane che utilizzano la valva della Tridacna gigas come acquasantiera, tanto che i francesi chiamano questa conchiglia comunemente "bénitier" e non pochi sono i sacerdoti che utilizzano una conchiglia per versare l'acquasanta nel battesimo.
Nel mondo degli artisti le conchiglie hanno sempre rappresentato un soggetto fondamentale; a parte Botticelli sono divenuti memorabili Rembrand con un Conus marmoreus, Arciboldo con i suoi "bestiari", Giorgio Morandi con le sue nature morte, Enrico Baj con le conchiglie applicate nelle sue opere, Valeriano Trubbiani con le sue sculture malacologiche e tanti altri.
Il Museo Malacologico dedica un'attenzione particolare alla conchiglie nell'arte con esposizioni permanenti e con mostre temporanee
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